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Mar Nov 12, 2024 @16:30 - 12:00AM Cronaca di un attimo |
Il Museo Parazzi, un tesoro ritrovato
I lavori di riconversione delle ex scuole elementari nell’attuale MuVi, Musei Viadana, si devono ai Sindaci Luigi Meneghini e Giovanni Pavesi, che ne hanno mantenuto la destinazione d’uso culturale, non senza problemi strutturali e vitalizzandolo con l’inserimento di Biblioteca, Galleria d’Arte Moderna e Permanente, Ludoteca, Corpo bandistico, ancora Fototeca, Fondi di Musica Antica, Archivio Comunale, Informagiovani, sale Multimediali e di Didattica, finalmente Museo della Città e Museo Civico.
L’esposizione si apre con il Museo della Città “A.Ghinzelli”, che ha la presunzione di essere il cuore di Viadana, ovvero la messa in mostra di ciò che l’intelletto dei suoi abitanti ha saputo produrre per il progresso culturale, istituzionale e sociale della comunità. Per questo motivo la visita inizia con le immagini dei sindaci di Viadana come testimonianza della nostra evoluzione democratica. Il Museo della Città è sede della Fondazione “Daniele Ponchiroli” che contribuisce al funzionamento del MuVi. Custodisce il Fondo di musica antica, XVI-XVIII, “L.Grossi il Viadana” (1570-1627). A questo è stata aggiunta la Biblioteca Musicale “Manghi-Baroni” con spartiti manoscritti e a stampa dei sec. XIX-XX. Tale patrimonio di note è informatizzato. Il Fondo Cartografico “P. e A.Federici”, ci fornisce la dimensione particolare del nostro territorio dai sec. XIX-XX. Fondo “A.Ghinzelli”, cui è dedicato il Museo della Città, porta testimonianze documentarie e fotografiche del sec. XIX-XX. Queste ultime con altre immagini a stampa costituiscono la Fototeca “D.Carnevali” di cui recentemente è iniziata l’informatizzazione. Sono inoltre inseriti reperti e testimonianze attinenti alla cultura degli antichi lavori artigianali e domestici con pupazzi in movimento costruiti da P.Borettini Pedar.
Il Museo Civico presenta nel modo più completo la collezione Parazzi mantenendo la filosofia ottocentesca con la quale è stato raccolto. Cronologicamente si apre con la sezione di Paleontologia, costituita da fossili prepliocenici (fino a ca. 5 milioni di anni fa) di provenienza veronese e da fossili pliocenici (da ca. 5 a 2 milioni di anni fa) probabilmente da Castell’Arquato. La rassegna archeologica ha inizio con testimonianze Eneolitiche di una sepoltura di tipo inumato rannicchiato, da Remedello (BS). Ben rappresentata è l’Età del Bronzo con reperti di buona qualità riguardanti la cultura terramaricola (ca. 1500-1330 a.C.). Importanti sono gli oggetti del Periodo Romano rinvenuti nei pressi degli incroci delle direttrici di divisione (centuriazione a partire dal II sec. a.C.) dei terreni dell’agro cremonese, cui il viadanese appartiene. Per completezza, un cenno espositivo al Neolitico della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (3900 e 3200 a.C.) in quanto scoperti a partire dal 1977 dai Fratelli Anghinelli e di proprietà dello Stato. Si aggiunge una collezione egizia di statuette, bronzee nella maggior parte, di epoca tarda o tolemaica e di reperti etrusco-italici comprendenti bronzetti e ceramiche, tra le quali anche alcuni esemplari attici di notevole interesse. Terminata la visita della raccolta archeologica si apre quella rinascimentale con un centinaio di Terrecotte che costituisce un vero e proprio corpus di prodotti delle fornaci della nostra pianura. Provengono da abitazioni civili e da edifici sacri abbattuti agli inizi del sec.XIX. Questa collezione trova continuità con quella delle Ceramiche, con oggetti databili dal sec.XV-XIX. Sono rappresentati esemplari locali con modelli, colori e graffiti comuni anche ad altre fabbriche padane. Altri pezzi dipinti del sec.XVII di influenza ligure, sono stati realizzati nella nostra Villa Portiolo. La pinacoteca offre un primo contatto con la “scuola pittorica viadanese”.
Affinatasi con la presenza del nativo Girolamo Bedoli che fu ospite al Parmigianino, è punto d’incontro dell’arte cremonese, mantovana e parmigiana. Affreschi, 75 tavolette da soffitto lignee dipinte, si aggiungono ad altre opere, attr. ai Savi, al Gognetti, Morini, Araldi, Chiocchi, ecc.. La raccolta di Tessuti Antichi (ca. 500 pezze dei sec.XV-XIX) è in parte collegata alla tradizionale produzione della “tela Viadana” e alla coltivazione e commercio del carthamus tinctorius o zafferanone, i cui fiori servivano per colorare i tessuti. Non mancano nemmeno raccolte di Numismatica di epoca romana e medioevale-moderna con monete significative dei Gonzaga dei vari rami. Fra i numerosi altri oggetti si segnala una raccolta di Sfragistica e alcune casse pirografate (sec.XVI-XVII). Ancora piatti ed oggetti artistici religiosi e d’uso quotidiano, candelieri e reliquie in legno dorato. Il Museo Civico di Viadana è ben lieto di mettere a disposizione per il pubblico visite guidate, sia per comitive che per scolaresche. Queste ultime avranno anche modo di usufruire di corsi di didattica, organizzati secondo le esigenze dei programmi scolastici.
Luigi Cavatorta